La bicicletta

Bartali, Coppi e la bicicletta


Il mezzo di locomozione più popolare, prima, durante e nell’immediato dopoguerra, era la bicicletta. Permetteva spostamenti sufficientemente rapidi, trasporto anche di oggetti e di bambini e, elemento essenziale, gratuitamente.

La bicicletta è stata, anche nei miei ricordi, un punto fermo sia nel periodo dell’infanzia quanto in quello dell’adolescenza. Gli avvenimenti sportivi che avevano come protagonisti i mitici Coppi, Bartali, Leoni, Pesenti e altri ancora, erano seguiti e vissuti come imprese eroiche da sognare e imitare.
I miei primi ricordi del “biciclo” non sono piacevoli. Come descritto in un precedente capitolo, l’incidente con un ciclista che mi mise ko per qualche giorno, non era stato l’unico e nemmeno il primo.
In precedenza, sempre nella primavera del 1944, durante una scampagnata con i miei genitori e altri parenti, accadde un altro fatto che fortunatamente si risolse con molto spavento e qualche ammaccatura.
Ero seduto su un sellino avvitato sul canotto della bicicletta di mio padre e la compagnia stava riavviandosi verso casa. Probabilmente il sonno, accentuato dal caldo del pomeriggio assolato, mi colse e inavvertitamente uno dei miei piedini entro nei raggi della ruota anteriore: risultato un grosso capitombolo della bicicletta che ruotò su se stessa e la caduta dei due occupanti. Chi ebbe la peggio fu il sottoscritto.
Soccorso dagli altri partecipanti alla scampagnata e con il provvidenziale aiuto di un “triciclo” adibito a trasporto materiali, fui trasportato in casa di mio zio, poco distante, dove ebbi i primi soccorsi. Tutto si risolse con un grande spavento per i miei genitori, che in seguito mi raccontarono l’accaduto, e un gran bernoccolo con relativo mal di testa per il sottoscritto.
Forse fu per questo incidente, e il successivo già raccontato, che la bicicletta mi “rimase in testa”!
Come accennato all’inizio, la bicicletta era il mezzo di trasporto più diffuso e non solo per espletare le varie faccende quotidiane come recarsi al lavoro, andare a far spesa, ecc., ma anche per  ragioni di svago  e di turismo altrimenti difficili.
Proprio per questo diffuso utilizzo di codesto mezzo di trasporto, anche il relativo  sport agonistico  era molto seguito, commentato e, specialmente tra i giovani, emulato.

Alcuni anni dopo mio padre mi regalò una bellissima bicicletta con un cambio a tre rapporti. La migliorai dotandola da sella da corsa, parafanghi superleggeri, porta borraccia e pedali da corsa.

Con quella bicicletta raggiunsi mete insperate: Foppolo, Selvino, Passo della Presolana, Ghisallo, Schilpario.

Ma questa è un’altra storia